Programma di calcolo e progettazione di orologi solari Versione 2.7
Descrizione del programma
Caratteristiche
Phoebus è un programma per Windows per calcolare e progettare
orologi solari piani, ad angolo orario, ad ore moderne,
italiche e babiloniche, con funzione di calendario.
Esso ti consente di realizzare brevemente e col minimo sforzo orologi infallibili: è sufficiente fornirgli quei pochi parametri indispensabili ed in pochi secondi avrai l’orologio calcolato e disegnato!
Dedica il tuo tempo prezioso e le tue energie alla progettazione grafica del quadrante, lasciando al programma il duro lavoro di calcolo!
Phoebus gestisce ogni caso di orientamento del piano dell’orologio, dal caso generale dell’orologio
inclinato ai casi particolari di quello orizzontale, verticale,
polare o equatoriale.
I dati necessari al calcolo sono:
la latitudine del luogo di destinazione dell’orologio;
Una volta calcolato l’orologio, potrai vederne i risultati sia in forma numerica, come elenco di coordinate cartesiane e polari dei punti-chiave, sia in forma grafica, nell’anteprima a video. Ovviamente puoi
salvare l’orologio calcolato in diversi formati e stamparlo su carta.
Se usi programmi di CAD troverai di grandissima comodità poter stampare l’orologio a grandezza naturale su carta o su lucido, da dare poi al pittore, al marmista, al ceramista ecc. per ripassarlo senza fatica, ma soprattutto senza sgarrare di un millimetro!
Istruzioni-lampo: come si calcola un orologio?
Se sei un nuovo utente e ti trovi un po’ disorientato nel tuo primo approccio con
Phoebus, niente paura: ecco i 6 semplicissimi passaggi da seguire per calcolare il tuo orologio in pochi secondi.
Inizierai come prima cosa ad indicare a Phoebus le coordinate geografiche del luogo dove realizzerai l’orologio: seleziona perciò la prima scheda,
cliccando sulla relativa icona, e digita le informazioni richieste. (Vedi Coordinate del luogo per maggiori informazioni)
In seguito dovrai indicare a Phoebus le caratteristiche del piano e dello stilo, tramite la seconda scheda, aiutandoti magari con la funzione automatica di calcolo della
declinazione del piano, e potendo in aggiunta conoscere le effemeridi del Sole. (Vedi Dati angolo-metrici del piano per maggiori informazioni)
Scegli quindi se far correggere o meno a Phoebus le ore vere in
ore medie, con l’equazione del tempo disegnata a parte oppure con le
lemniscate o le equazioni del tempo disegnate sulle linee stesse. (Vedi Correzione tempo medio per maggiori informazioni)
Decidi poi se far calcolare a Phoebus le ore locali o quelle di un
fuso di riferimento, specificandone eventualmente la longitudine. (Vedi Correzione in longitudine per maggiori informazioni)
Infine segnala a Phoebus il passo delle linee orarie e se far lavorare l’orologio anche come
calendario, scegliendo in quest’ipotesi quante e quali linee diurne (corrispondenti a date lungo l’anno) far tracciare. (Vedi Linee orarie e linee diurne per maggiori informazioni)
Operazione finale ed istantanea: fai calcolare a Phoebus l’orologio così impostato. (Vedi Risultati per maggiori informazioni)
Fatto!
Impostazione del calcolo
Coordinate del luogo
La latitudine e la longitudine del luogo per il quale prevedi la realizzazione dell’orologio solare vanno espresse in gradi e decimali, e vanno inserite
col giusto segno: Phoebus considera positive la latitudine nord e la longitudine est (quest’ultima secondo la convenzione gnomonica piuttosto che secondo quella astronomica), negative la sud e la ovest.
I valori consentiti coprono tutta la superficie terrestre, andando da −90° a +90° per la latitudine, cioè da polo a polo, e da −180° a +180° per la
longitudine, cioè dall’antimeridiano di Greenwich a se stesso, compiendo un intero giro della Terra.
Puoi scegliere le coordinate (senza doverle digitare) da un elenco di oltre 100 note località italiane (capoluoghi, osservatori ecc.), utile per rapidi
controlli su luoghi diversi da quello che stai studiando.
Dati angolo-metrici del piano
Valori per impostare l’orientamento del piano dell’orologio: l’inclinazione è l’angolo tra il piano dell’orologio e la verticale del luogo (0°=verticale,
90°=orizzontale, verso lo zenit ecc.), la declinazione è l’angolo tra la traccia formata dall’intersezione del piano dell’orologio col piano orizzontale e
la direzione est-ovest del luogo (0°=verso sud, 90°=verso ovest, −90°=verso est ecc.), la sporgenza dello stilo (che è sempre polare, cioè parallelo
all’asse terrestre), nota come misura dell’ortostilo, è misurata perpendicolarmente al piano dell’orologio (da quest’ultima misura dipendono le dimensioni
dell’intero organismo, ed è quella che in sede di risultati viene indicata come altezza del punto gnomonico sul piano).
In mancanza di conoscenza diretta della declinazione Phoebus può ricavare questa misura da osservazioni effettuate con un
declinometro.
Da qui puoi inoltre istruire il programma affinché eviti di mostrarti le eventuali particolarità dell’orologio calcolato, se non sei interessato
(particolarità comunque sempre visualizzabili a richiesta successivamente).
Calcola declinazione del piano
Il modo migliore per misurare la declinazione di un piano (sia verticale, sia, con pochi accorgimenti, inclinato) è l’uso del
declinometro, in pratica
una tavoletta verticale di legno con uno stilo perpendicolare.
Leggi sul declinometro le misure z dello stilo ed x dell’estensione orizzontale della sua ombra (negativa a sinistra, positiva a destra): queste
forniscono l’angolo delta (azimut del Sole rispetto alla normale del piano).
Conoscendo l’istante in cui si effettua il rilevamento, Phoebus calcola con le formule di Meeus la posizione del Sole in cielo (altezza ed
azimut), e ne
ricava così la declinazione del piano.
Per una maggiore precisione puoi specificare anche l’estensione verticale y dell’ombra, sebbene non sia necessario.
Con questo semplice sistema puoi calcolare la declinazione del piano in maniera istantanea, effettuando una lettura in qualsiasi data ed in
qualsiasi
ora, senza ad esempio dover aspettare il transito del Sole al meridiano.
La data da fornire a Phoebus può essere una qualunque data: l’input è controllato, nel senso che non puoi immettere date inesistenti, come il 29 febbraio
di un anno comune o un 31 aprile.
Puoi indicare l’ora in TU, in TEC, o in ora “legale” (TEC + 1).
Oltre alla declinazione del piano, Phoebus fornisce anche le coordinate equatoriali ed altazimutali (o orizzontali, o locali) del Sole, calcolate per
l’istante della lettura.
Effemeridi del Sole
L’ascensione retta e la
declinazione del Sole, così come l’equazione del tempo, sono calcolate normalmente per le 0h TU della data impostata (l’1h TEC),
come nella maggior parte degli almanacchi astronomici e degli altri programmi di calcolo. Tuttavia può essere assai più utile conoscere quelle grandezze
riferite al mezzogiorno civile in Italia, le 12h TEC (le 11h TU), istante ben più significativo ai fini del calcolo di un orologio solare!
Phoebus può calcolare gli istanti della levata, del transito e del tramonto del Sole riferendoli al centro del disco solare (Sole “teorico”), oppure,
attivando l’opzione relativa, riferendoli al bordo superiore del disco solare e tenendo conto della rifrazione atmosferica (Sole “reale”). Nota in questo
caso che la levata è anticipata ed il tramonto ritardato, e che i valori di azimut perdono significato.
L’altezza si misura positivamente dall’orizzonte verso lo zenit, l’azimut da sud verso ovest (negativi i versi opposti).
Gli istanti possono essere espressi secondo l’ora italiana (TEC) o l’ora astronomica (TU). Inoltre, se è in vigore la cosiddetta “ora legale”, si può
esprimere l’ora italiana secondo questa convenzione (ovviamente non ha senso impostarla per i mesi autunnali ed invernali…).
Phoebus fornisce inoltre informazioni supplementari (durata del dì, equazione del tempo, equinozi, solstizi).
Correzione tempo medio
A causa dell’irregolarità dei moti combinati di rotazione e di rivoluzione della Terra, il percorso apparente del Sole in cielo, e quindi il tempo
solare, non ha velocità costante.
Se vuoi, Phoebus può correggere i ritardi e gli anticipi periodici dell’orologio solare (tempo vero) rispetto a quello meccanico (tempo medio): è
sufficiente conoscere per ciascun giorno dell’anno l’entità della correzione, ed apportarla all’ora letta tra le linee.
In caso di correzione, questa può essere applicata in 3 modi:
o visualizzata sotto forma di unico grafico a sé stante, l’equazione del tempo (nella figura, in versione “classica”), sulla quale leggere, secondo il
periodo dell’anno, l’entità della correzione (in minuti) da apportare all’ora vera letta sulle linee orarie del quadrante;
o come serie di curve a 8,
lemniscate, tracciate sulle linee orarie (o sulla sola meridiana, per non affollare il disegno), e rispetto alle quali leggere l’ora (anziché rispetto alle
linee orarie), tenendo conto della stagione nel riferirsi all’ansa giusta;
o calcolando e disegnando direttamente sul quadrante, in aggiunta alle linee
orarie vere, le linee orarie medie, sotto forma di
equazioni del tempo: in pratica lemniscate aperte e distese, che però risolvono l’ambiguità e la
difficoltà insite in quelle, specie per i profani, di leggere l’ora rispetto all’ansa giusta. Qui la lettura avviene grazie ad archi corrispondenti ai mesi
dell’anno (opzionalmente divisi in decadi, per una maggior precisione), al cui incrocio con le curve orarie riferire l’ora segnata dall’ombra.
È possibile,
in caso di correzione con le lemniscate o con le equazioni del tempo tracciate lungo le linee orarie vere, nascondere queste ultime per non affollare il
disegno del quadrante.
In ogni caso ricorda che le linee orarie tabulate nei risultati sotto forma di coordinate di punti sono sempre quelle vere: le eventuali correzioni
(equazione del tempo, lemniscate e linee orarie medie) sono solo aggiunte nel disegno.
Correzione in longitudine
I 24 fusi orari nei quali è convenzionalmente divisa la Terra sono attraversati longitudinalmente ciascuno da un meridiano centrale: il I fuso orario è
quello di Greenwich ed è attraversato dal meridiano 0°; il II, adottato dall’Italia, è quello dell’Europa Centrale ed è attraversato dal meridiano 15° E, e
così via.
La correzione in longitudine o correzione-fuso derivante dall’eventuale differenza di longitudine tra il luogo prescelto e il meridiano di riferimento
può essere considerata, per far segnare all’orologio l’ora civile del fuso (in tal caso la longitudine del luogo va necessariamente specificata), o
trascurata, per fargli segnare l’ora locale (si può ignorare la longitudine del luogo).
Normalmente a questo scopo si considera come
meridiano di riferimento quello centrale del fuso corrispondente (per l’Italia il meridiano “Etneo”, 15° E),
ma è possibile riferirsi a qualsiasi altro meridiano: ad esempio certi antichi orologi potevano segnare l’ora di Roma e riferirsi al meridiano di Monte
Mario, 12°27’ E.
Se considerata, la correzione può essere “pre-calcolata” (essendo costante) ed automaticamente inserita nelle linee orarie ruotando queste
opportunamente, oppure può essere apportata all’ora letta tra le linee, insieme all’eventuale correzione per il tempo medio ricavandola dal grafico
dell’equazione del tempo localizzata, cioè disegnata in una variante di quella standard, che consiste semplicemente nel fatto che la linea di riferimento, 0
minuti, è traslata di quel tanto che copra la differenza in longitudine. In questo modo nell’equazione del tempo, oltre al tempo medio, Phoebus corregge
istantaneamente anche la differenza fuso.
Linee orarie e linee diurne
Com’è noto i sistemi orari possono essere diversi, in conseguenza dei diversi modi di contare le ore. Tra quelli a ore uguali i più usati sono: il
sistema moderno (o
francese, o tedesco, o
astronomico), che usiamo normalmente e che considera l’inizio del giorno, o ora 0, a metà della notte; quello
italico, che invece fa iniziare il giorno col tramonto (o mezz’ora dopo, secondo la tradizione biblica); quello
babilonico, che conta le ore a partire dal
sorgere del Sole.
L’ora italica può essere interessante perché ci dice, per qualsiasi giorno dell’anno,
da quante ore è tramontato il Sole (il giorno prima), e quindi, col
suo complemento a 24, quante ore di luce mancano ancora al tramonto (del giorno corrente); viceversa l’ora babilonica ci dice
da quante ore è sorto il Sole:
interessante ancora considerare che la somma di queste due durate ci dice per ogni giorno dell’anno, addirittura in assenza di Sole,
la durata del dì.
Phoebus calcola e disegna le linee orarie di tutti e tre i sistemi; nota che le eventuali
lemniscate o l’equazione del tempo presenti nel disegno, così
come la correzione in longitudine, hanno significato solo nel sistema moderno.
Phoebus ti consente di stabilire il passo per le linee da tracciare sul quadrante, moderno, italico o babilonico che sia: la maggior scansione oraria
dell’orologio, oltre che arricchirne il disegno (specialmente se presenti le lemniscate!), consente una maggior precisione nella lettura delle ore
intermedie; puoi scegliere di disegnare da una sola linea (oraria) ogni ora fino a sessanta (sub-orarie: una ogni minuto). In caso di impostazione di un
passo molto ridotto (sotto a 10 minuti, oltre 6 linee all’ora) un messaggio ti avverte, chiedendotene conferma.
Se prevedi di salvare il disegno dell’orologio in formato
DXF (per completarlo in programmi di CAD), puoi specificare lo spessore delle linee orarie e
sub-orarie, esprimendolo in percentuale dell’ortostilo.
Inoltre un orologio solare può funzionare anche da
calendario, indicare cioè oltre all’ora del giorno anche la data, grazie alla corrispondenza
praticamente costante tra la declinazione del Sole ed il giorno dell’anno.
La coordinata angolare in questione varia da un minimo di circa −23°26’ ad un massimo simmetrico di +23°26’, rispettivamente al solstizio d’inverno ed al
solstizio d’estate (nell’emisfero boreale); durante questa “altalena” naturalmente il Sole attraversa tutte le declinazioni intermedie, ad esempio la
declinazione 0°, che tocca due volte all’anno, agli equinozi di primavera e d’autunno.
Essendo costante la corrispondenza tra il giorno dell’anno e la posizione del Sole in cielo, lo sarà ovviamente anche quella con l’arco percorso
dall’ombra dello gnomone (la punta dello stilo) sul piano dell’orologio: ecco dunque che tracciando sul piano archi corrispondenti a percorsi noti, cioè a
date note, si può aggiungere all’orologio la funzione di calendario.
Solitamente gli archi che si tracciano sul quadrante sono quelli corrispondenti a declinazioni significative, come appunto quelle dei
solstizi e degli
equinozi, ma anche quelle degli ingressi nei “segni”
zodiacali, o quelle del primo giorno di ciascun
mese, e così via, in ogni caso tutte facilmente
fissabili.
Phoebus calcola sempre le coordinate dei 7 punti significativi che si trovano lungo ciascuna linea oraria (che si estenda da solstizio a solstizio), che
poi tabula in formato cartesiano. Le corrispondenti 7 linee di declinazione, o linee diurne, possono quindi essere tracciate nell’anteprima a video e nel
disegno in formato DXF: questa scelta è naturalmente opzionale, nel senso che puoi decidere di non volere alcuna linea diurna nel disegno, o di preferire ad
esempio soltanto quelle solstiziali e l’equinoziale ecc. Comunque sia, che la tracci o no,
ciascuna linea zodiacale viene sempre calcolata.
In aggiunta Phoebus può allo stesso modo calcolare (e in questo caso automaticamente tracciare) le
12 linee diurne corrispondenti all’inizio di ciascun
mese, più quelle corrispondenti alle date in cui il dì duri esattamente un
numero intero di ore (il cui numero è variabile, in funzione della latitudine del
luogo), più 4 linee personali corrispondenti a date qualsiasi, se volessi sottolineare col Sole giorni importanti come compleanni, anniversari ecc.
Naturalmente per selezionare queste opzioni è sufficiente premere i rispettivi bottoni, o nel caso delle linee personali, digitare le date esprimendole
con 4 cifre, due per il giorno e due per il mese (es. “0901” per 9 gennaio). Al contrario, per ignorare le linee zodiacali, mensili e ad ore intere basta
rilasciare i bottoni, mentre per le personali è sufficiente cancellare i campi.
Riguardo alle linee personali noterai che con queste potresti in teoria indicare date che corrispondono al primo di un mese, o date zodiacali, già
previste da Phoebus, e selezionabili coi rispettivi tasti, come abbiamo visto: per questo motivo se indichi come data personale una data mensile o
zodiacale, queste ultime prevalgono sulla personale corrispondente, annullandola e prendendone il posto (così come, in maniera simile, il programma evita
l’inutile ripetizione di una data personale).
Le 4 linee diurne personali, in aggiunta alle 7 zodiacali, alle 12 mensili, a quelle dei dì ad ore intere, possono essere dichiarate per
sottolineare col Sole ricorrenze importanti come compleanni, anniversari ecc.
Nella versione 2.1 di Phoebus ognuna delle linee personali era espressa direttamente con la declinazione del Sole alla data corrispondente: ciò
significava per l’utente l’obbligo di conoscere la coordinata solare in questione per la data che lo interessava.
Non che ciò fosse difficile, ma poteva essere scomodo e noioso dover calcolare la declinazione del Sole (anche usando lo stesso
Phoebus) o
doverla cercare sugli almanacchi, quando era possibile che lo facesse il programma per noi.
Ecco perché a partire dalla v. 2.2 di Phoebus ho modificato la modalità di espressione delle linee personali: non più con la declinazione del
Sole, ma con la semplice data (giorno e mese).
La data va codificata con 4 cifre: 2 per il giorno e 2 per il mese. Per esempio, il 17 febbraio va espresso come 1702.
Per date anteriori al 10 del mese sarebbe necessario lo 0 iniziale (es. 0901 per il 9 gennaio), ma puoi anche ignorarlo: è aggiunto
automaticamente dal programma.
Be’, questo sistema mi sembra molto più naturale, semplice ed immediato rispetto a quello precedente…
Tale miglioramento rende però necessario un piccolo aggiornamento degli orologi calcolati e salvati con la versione 2.1 di
Phoebus: nel leggere
un “vecchio” orologio, Phoebus ne riconosce il formato ed automaticamente propone la modifica dell’espressione delle eventuali linee diurne
personali, dalle declinazioni alle date corrispondenti.
Motto
Sebbene non necessario al funzionamento di un orologio solare, il
motto solitamente lo accompagna: il suo scopo è quello di far riflettere l’osservatore,
talvolta con ironia, sul significato del tempo o della vita, così come li intende l’autore o il proprietario dell’opera.
Puoi scegliere tra oltre 640 motti (soprattutto latini) da scrivere sull’orologio, contenuti nel file MOTTI.DOC, che è un semplice file ASCII, editabile con
un qualunque editor di testi, ad esempio il Blocco note.
Per tua comodità puoi ordinare i motti secondo vari criteri, in ordine alfabetico o per lunghezza, e così trovare più facilmente il motto che fa al caso
tuo, se ad esempio hai spazio sul quadrante e cerchi una frase molto lunga per riempirlo.
Note descrittive
Ti può essere utile scrivere alcune note descrittive sull’orologio, memorizzabili e stampabili insieme ai dati numerici, per avere una “carta d’identità” più completa sul manufatto che vai a studiare.
Risultati del calcolo
Risultati
I risultati di calcolo sono ottenuti con le
formule raccolte altrove in questo sito, formule che considerano tutte le incognite richieste ed i casi possibili, permettendo così di calcolare l’elevazione dello stilo, l’angolo
sustilare, l’angolo al polo, l’ora sustilare e gli angoli delle linee orarie per gli orologi
generici, per quelli orizzontali, per quelli verticali, per
quelli polari e per quelli equatoriali.
Al termine del calcolo i risultati vengono presentati in tre modi:
sotto forma di particolarità generiche del quadrante, delle linee, dello stilo ecc.;
sotto forma di tabulato dettagliato dei punti d’ombra, con coordinate cartesiane e polari.
Particolarità dell’orologio
Le particolarità dell’orologio calcolato possono essere visualizzate automaticamente (non avendone inibita l’apparizione) o su richiesta,
cliccando sul
bottone relativo, in basso a sinistra.
Nella finestra delle particolarità è dichiarato l’orientamento del piano dell’orologio, che può essere orizzontale,
verticale, polare (parallelo o
contenente l’asse polare terrestre) o equatoriale (parallelo o contenente il piano equatoriale terrestre). Noterai che non sempre un caso esclude l’altro:
ad esempio un orologio può essere verticale-polare.
Inoltre ti verranno indicate altre peculiarità dell’orologio e delle sue componenti, come lo stilo, la meridiana, la sustilare, la linea dell’orizzonte,
le stesse linee orarie, le curve diurne ecc.
La finestra si chiude facendo doppio clic col mouse o premendo un qualsiasi tasto della tastiera.
Misure angolo-metriche del quadrante
Nella cornice dei risultati, invece, ti verranno fornite tutte le informazioni relative allo stilo ed alle linee chiave del quadrante, come la
meridiana
e la sustilare.
L’elevazione dello stilo (epsilon), misurata ovviamente dal piano dell’orologio, può risultare positiva per indicare che lo stilo, uscente dal piano,
punta verso il polo nord celeste, oppure negativa per indicare che lo stilo punta al polo sud.
Gli angoli della linea sustilare (proiezione dello stilo sul piano, linea superflua che
Phoebus calcola a scopo di controllo, ma non disegna) e della
linea meridiana (che indica l’istante del transito del Sole al meridiano locale, il mezzodì) sono misurati, positivi in senso antiorario, a partire dalla
porzione superiore della retta di massima pendenza del piano nel caso di orologi non orizzontali (che diventa verticale negli orologi verticali), oppure dal
nord nel caso di orologi orizzontali (in questo caso la meridiana e la sustilare coincidono tra loro e col meridiano).
Tutte le linee orarie considerate (calcolate e tracciate) sono ovviamente solo quelle comprese entro il periodo di illuminazione del quadrante, che va
dall’istante di accensione a quello di spegnimento.
Il sistema di coordinate cartesiane (x e y) usato per tabulare i risultati e per tracciare il disegno dell’orologio è centrato (inizialmente) sulla base
dello stilo, e può rappresentare due orientamenti diversi, a seconda della disposizione del piano dell’orologio: negli orologi orizzontali l’asse delle
ascisse rappresenta la direzione est-ovest (positive ad est, a destra nel disegno), mentre l’asse delle ordinate segue l’asse nord-sud (positive a nord, in
alto nel disegno); negli orologi verticali ed inclinati, invece, l’asse delle ascisse, anche qui orizzontale, segue la direzione perpendicolare alla
declinazione del piano, cioè l’intersezione tra il piano orizzontale e il piano dell’orolog io (anche in questo caso positive verso destra), mentre l’asse
delle ordinate segue la retta di massima pendenza del piano, verticale negli orologi verticali (positive verso la parte alta del piano, in alto nel
disegno).
Il sistema, come detto, è centrato inizialmente sulla base dello stilo polare, nel cosiddetto punto eclittico (o
centro dell’orologio), origine delle
coordinate cartesiane e polo di quelle polari; per comodità, comunque, l’origine del sistema cartesiano (ma non di quello polare) può essere spostata sul
piede dello stilo polare, o base dell’ortostilo. Ovviamente in ciascuna delle due condizioni tutte le coordinate cartesiane dei punti chiave dell’orologio
vengono ricalcolate di conseguenza e visualizzate.
Esistono due casi particolari in cui il sistema di coordinate cartesiane è fisso (sul piede dello stilo) e non può essere spostato: negli orologi
equatoriali (quando cioè lo stilo polare è anche ortostilo, caso in cui, perciò, piede e base dello stilo polare coincidono) o negli orologi polari (in cui,
diventando lo stilo polare di lunghezza infinita, poiché parallelo al piano, si considera già in partenza solo l’ortostilo). Per questo motivo in quei due
casi le due opzioni per il posizionamento del sistema di coordinate sono disabilitate.
La linea dell’orizzonte, se presente, viene indicata con la sua ordinata (posizione rispetto all’origine degli assi cartesiani, che per quanto abbiamo
appena detto, può essere mobile), indicandone perciò il segno la posizione: se positivo indica che la linea passa più in alto dell’origine, se negativo più
in basso (in pratica il valore visualizzato è la costante k nell’equazione della retta orizzontale y=k); il valore assoluto naturalmente esprime la
distanza.
Tabulati delle coordinate
I risultati sono calcolati e tabulati per i tre classici sistemi orari: quello moderno (o francese), quello
italico e quello babilonico. Nel sistema
moderno le linee orarie calcolate e tabulate sono sempre quelle vere (locali o del fuso, a seconda dell’opzione scelta), che poi possono essere
eventualmente convertite in ore medie con l’equazione del tempo disegnata a parte, o con le lemniscate o con le
equazioni del tempo disegnate sulle linee
orarie vere; nota che per semplicità né le equazioni del tempo (sia quella singola sia quelle sulle linee) né le lemniscate, pur se richieste, vengono
tabulate (allungherebbero in maniera esagerata la tabella dei risultati), ma sono calcolate e generate salvando l’orologio come disegno DXF, e nel caso
delle lemniscate e delle equazioni del tempo, anche nell’anteprima a video (e quindi, volendo, possono essere salvate come immagine in formato
BMP o
copiate, sempre come immagine, negli Appunti di Windows).
Mentre nel sistema moderno la tabella comprende tutte le declinazioni solari contemplate dal programma (zodiacali, mensili, a ore intere e personali),
nei sistemi italico e babilonese, per semplicità, si considerano solo le 7 declinazioni zodiacali.
Le tabelle si sviluppano lungo righe, corrispondenti alle linee orarie, e colonne, corrispondenti agli archi diurni.
Le ore vanno da quella in cui il piano “si accende” a quella in cui “si spegne”, con in mezzo tutte le ore intermedie secondo il passo prescelto. Le
linee orarie (ore intere) sono evidenziate dai caratteri in grassetto, le linee sub-orarie (mezze ore,
quarti d’ora ecc.) dai caratteri normali.
La meridiana del sistema moderno, se presente, è riconoscibile dai caratteri in corsivo (che nell’output su file
TXT diventa una M che accompagna l’ora).
Le coordinate visualizzate, come detto, sono quelle cartesiane riferite all’origine indicata nella cornice dei risultati angolo-metrici.
Oltre che con le coordinate cartesiane i punti d’ombra (degli orologi non polari) nel sistema moderno sono espressi anche con le coordinate
polari
nell’output su file TXT e su carta. Ricorda che in questo sistema il polo (origine) è fisso e coincide sempre colla base dello stilo (anche se cambi
l’origine del sistema cartesiano, portandola sul piede).
I moduli (le distanze) dei punti d’ombra si misurano lungo le linee orarie, ovviamente dal polo ed in valore assoluto. Le
anomalie omega (gli angoli)
delle linee orarie si misurano dall’asse polare, che non è, come di solito in goniometria, il semiasse +x, né la retta di massima pendenza, o la verticale,
o la direzione del nord (dalle quali Phoebus misura la meridiana e la
sustilare), ma è, invece, proprio la linea sustilare (che negli orologi equatoriali,
non esistendo di per sé, in quanto degenerante in un punto, base dello stilo, è sostituita a questo scopo dalla meridiana). Gli angoli, positivi in senso
orario (anziché antiorario come solitamente in goniometria), sono espressi in gradi sessagesimali.
Negli orologi polari l’anomalia omega è sostituita dalla distanza d tra la linea oraria e la sustilare (tutte parallele): d è negativa per le linee delle
ore che precedono l’ora sustilare, positiva per quelle che la seguono.
Ciascuna linea oraria è tabulata (orizzontalmente) per punti, corrispondenti agli incroci della stessa con gli archi diurni. Ogni
casella di dati (punto)
fornisce diverse informazioni, nella forma e nel contenuto.
Osserva innanzitutto le colonne di dati, corrispondenti agli archi diurni: l’intestazione di ciascuna colonna ti dice di quale linea diurna si tratta (ad
es., se zodiacale, a quale segno si riferisce), quindi qual è la declinazione del Sole in quei due giorni dell’anno in cui l’estremità dell’ombra dello
gnomone la percorre, infine di che tipo di curva conica si tratta.
Le colonne di dati possono essere interamente vuote (riconoscibili anche dal fondo scuro), oppure parzialmente o totalmente
piene di dati.
Nel primo caso si tratta in generale di linee diurne non calcolabili, cioè non visibili sul quadro o sull’orizzonte (a causa della collocazione
geografica e/o dell’orientamento del piano), o in particolare di linee diurne mensili, a ore intere o personali visibili ma non considerate da te, quindi
non calcolate.
Nel secondo caso si tratta, ovviamente, di linee diurne visibili e da te considerate, quindi calcolate. Nota che le colonne di dati relative alle 7 linee
diurne zodiacali, se presenti sul quadro e sull’orizzonte, vengono sempre calcolate: in particolare se hai scelto di tracciare la corrispondente linea nel
disegno, i dati nelle caselle di quella colonna saranno scritti in caratteri neri, altrimenti saranno scritti in
caratteri grigi.
Più in generale, ogni punto calcolato (sia di linee zodiacali, che di linee mensili ecc.) può presentarsi nella corrispondente casella di dati in
3
diversi modi:
se la casella è vuota significa che quel giorno (declinazione del Sole) a quell’ora il piano è
in ombra, pertanto il punto non può essere tracciato;
se la
casella presenta la dicitura “d>>>” significa che quel giorno a quell’ora la luce del Sole è radente sul piano dell’orologio, proiettando l’ombra dello
gnomone a enorme distanza (oltre 100000 unità, cioè 100 m se usi il millimetro, 1 km se usi il centimetro, e così via), rendendo così impossibile ed
inutile l’individuazione del punto d’ombra: tutt’al più, nel sistema moderno, sarà sufficiente sapere che si trova comunque lungo la direzione omega;
se il
punto d’ombra è tracciabile, le sue coordinate cartesianex e
y ne esprimeranno la posizione rispetto all’origine del sistema.
Anteprima
All’apertura dell’anteprima l’orologio viene mostrato in tutta la sua estensione.
Le funzioni di “navigazione” disponibili nell’anteprima sono due: lo zoom e la panoramica. Sfruttando entrambe le funzioni puoi visualizzare ogni parte del
quadrante.
Inizialmente ti trovi in modalità zoom, indicata dall’aspetto di lente d’ingrandimento che assume il puntatore del mouse; in alternativa puoi passare alla
modalità panoramica, indicata dall’aspetto di una mano aperta, tramite il menu attivabile col tasto destro del mouse.
In ogni momento, e in qualsiasi modalità, la posizione del puntatore sullo schermo è visualizzata nella barra del titolo della finestra, sia in
coordinate
cartesiane sia polari (le coordinate e la posizione sono quelle del centro della lente o della mano). Nel caso particolare dell’orologio polare le
coordinate polari sono sostituite dalla distanza del punto dalla sustilare.
Per ingrandire una porzione del quadrante è sufficiente, in modalità zoom, tracciare una finestra rettangolare intorno alla parte interessata: basta
cliccare su un vertice del rettangolo da ingrandire, poi muovere il mouse per definire la finestra, quindi
cliccare per confermare la posizione del vertice
opposto.
È inoltre disponibile la comoda possibilità di effettuare uno zoom istantaneo: facendo un doppio
clic al centro della zona che vuoi ingrandire, quella sarà
inquadrata al centro dello schermo ed ingrandita di un fattore 2×.
Per panoramicare, cioè per trascinare l’immagine del quadrante, in una direzione è necessario, in modalità panoramica,
cliccare sul punto che si vuol
trascinare, quindi spostare il puntatore nella nuova posizione che si vuol dare a quel punto e
cliccare di nuovo, come se stessi spostando un disegno sul
tavolo.
Per avvicinare ed allontanare il disegno dell’orologio puoi usare oltre al mouse anche i tasti + e −, rispettivamente, per raddoppiare o dimezzare
l’ingrandimento del disegno (senza spostare l’inquadratura).
Durante lo zoom e la panoramica noterai la visualizzazione (insieme alle coordinate correnti del puntatore), rispettivamente, delle misure della finestra
che stai tracciando (utili anche come informazione sull’ingombro del quadro che stai definendo), e quelle dello spostamento che stai per effettuare (le
componenti in x ed in y della panoramica, cioè i loro segni, si riferiscono alla traslazione dell’immagine rispetto allo schermo, e non al contrario).
Inizialmente l’orologio viene visualizzato secondo il sistema orario correntemente selezionato nella tabella dei
risultati (coordinate dei punti d’ombra):
se ad esempio al momento della richiesta dell’anteprima stavi visualizzando le linee orarie del sistema italico, l’anteprima si aprirà sulle linee italiche.
Naturalmente, in qualsiasi momento durante l’anteprima, puoi cambiare sistema orario, passando dall’uno all’altro o visualizzandoli insieme.
Puoi nascondere o mostrare le linee orarie, e se presenti le sub-orarie e le
lemniscate; queste ultime puoi visualizzarle intere o sdoppiandole in due
stagioni per volta, per facilitare la lettura (come nel Doppio quadrante in maiolica).
Così come puoi nascondere o mostrare le linee diurnezodiacali,
mensili, dei dì ad ore intere e quelle personali, o le intestazioni delle
ore, che puoi
esprimere sia in numeri indo-arabi che in numeri romani, e nel carattere che preferisci, scegliendolo tra tutti quelli che hai installati nel tuo sistema.
Naturalmente puoi cambiare i colori di ogni oggetto sullo schermo, dallo sfondo ai
caratteri, alle singole linee (orarie, lemniscate, diurne ecc.), e delle
linee orarie e delle lemniscate anche gli spessori.
I colori, come gli spessori, aiutano a leggere l’orologio, e così, ad esempio, riconoscerai subito le linee diurne zodiacali dalle mensili o da quelle dei
dì ad ore intere o dalle personali, poiché le prime saranno grigie, le seconde blu, le terze viola e le quarte azzurre (comunque tutti colori, come detto,
personalizzabili).
Puoi visualizzare il riepilogo dei dati ed i risultati di calcolo, e le eventuali
particolarità dell’orologio calcolato (la finestra si chiude facendo
doppio clic col mouse o premendo un qualsiasi tasto della tastiera); puoi leggere e salvare l’orologio o la sua immagine in diversi
formati, copiare
l’anteprima negli Appunti di Windows e stamparla su carta.
Zoomando noterai che non è possibile allargare l’inquadratura oltre l’estensione massima del disegno, o spingersi troppo in profondità con le zoomate
(entrambe le operazioni non avrebbero infatti molto senso).
Stampa
Un orologio appena calcolato, oltre che salvato ed esportato in diversi formati, naturalmente può
anche essere stampato su carta. La stampa può riguardare sia i risultati di calcolo, sotto forma di coordinate dei punti d’ombra, sia l’immagine d’anteprima.
La stampa su carta dei risultati consiste nei dati di input riportati per esteso, nei risultati
di calcolo generali, e nella tabella di coordinate dei punti d’ombra, intersezioni delle linee orarie con quelle
diurne.
Noterai che la tabella stampata è quella del sistema orario la cui scheda è correntemente visualizzata nella finestra dei risultati: se, ad esempio, stampi
avendo visualizzata la tabella del sistema italico, anche la stampa conterrà la tabella di coordinate dei punti d’ombra delle linee italiche (in aggiunta ai
dati di input e ai risultati di calcolo generali, sempre stampati). Questo vale anche dall’anteprima: se stai visualizzando, ad esempio, l’immagine
d’anteprima del sistema babilonico, ma prima di entrare nell’anteprima avevi selezionato nella finestra dei risultati la scheda delle coordinate del sistema
moderno, sarà quest’ultimo ad essere stampato.
Questa scelta nasce dalla considerazione che molto spesso quello che interessa è un solo sistema orario e che perciò non sia necessario stampare dati non
richiesti (linee orarie degli altri sistemi), che prolungherebbero inutilmente la stampa. Questo vale ancora di più quando, avendo scelto un passo orario
ridotto (linee orarie ogni quarto d’ora, o anche meno), il numero di pagine da stampare cresce notevolmente, crescendo così anche lo spreco di tempo e di
carta, in caso di stampa di tutti e tre i sistemi, quando invece ne interessa uno solo.
La stampa dell’immagine d’anteprima, più semplicemente, contiene ciò che vedi: la porzione di orologio inquadrata sullo schermo è quella che sarà stampata
su carta (qualunque sistema visualizzi).
Le uniche scelte riguarderanno le normali opzioni di stampa: formato del foglio, orientamento, risoluzione ecc.
A proposito del formato del foglio e del suo orientamento, noterai che, quali che siano, l’immagine da stampare manterrà sempre le sue proporzioni (e ci
mancherebbe…): in ogni caso ti verrà proposta la massima dimensione di stampa possibile in funzione dei suddetti parametri, dimensione che potrai ridurre,
se non vorrai occupare tutto il foglio, ma certo non oltrepassare.
In ogni caso mi sento di suggerirti una considerazione, che mi sembra importante.
La stampa dell’anteprima andrebbe presa per quello che è: una bozza dell’orologio, un’anteprima, appunto,
non un disegno esecutivo, affidabile e perfetto
nel suo schema, e su cui impostare tutto il lavoro di realizzazione concreta (per questo scopo, invece, consiglio vivamente l’esportazione in CAD col
formato DXF).
Certe stampanti, infatti, magari non perfettamente tarate, potrebbero introdurre nell’uscita su carta una distorsione dell’immagine, seppur minima, falsando
le proporzioni della stessa: ad esempio, una volta stampata un’anteprima su un foglio A3 (o se sei fortunato A2 ed oltre), potresti ottenere, senza
accorgertene, uno schema allungato di uno o due millimetri secondo una dimensione e schiacciato nell’altra.
Può non sembrarti molto grave, ma se farai come qualcuno, che poi ingrandisce con le fotocopie la stampa dell’anteprima, per arrivare ad ottenere il disegno
esecutivo a grandezza naturale, non solo non eliminerai quella distorsione continuando a portartela dietro, ma ne introdurresti altre dovute alle operazioni
di fotocopiatura, o peggio di collage tra i fogli, che di certo non farebbero bene alla precisione dello strumento, vanificando così l’accuratezza
impiegata nel calcolo.
In definitiva, dunque, ribadirei il concetto di prima: usare la stampa dell’anteprima come base per il bozzetto ed il completamento dell’orologio con
decorazioni, cornici ecc. schizzato a mano, ma affidare poi la stampa del disegno esecutivo in scala 1:1 ad un programma di CAD tramite un
plotter, sistema
per sua natura ben più idoneo a queste operazioni, oppure tracciare lo schema orario direttamente sul quadro tramite le coordinate cartesiane o polari dei
punti d’ombra.
Formati dei file
I formati di file che Phoebus è in grado di gestire sono 5, descritti qui di seguito.
Dati (PBS, in lettura e scrittura), proprio formato di testo con la seguente struttura (a sinistra valori d’esempio, a destra spiegazioni):
“PBS v. 5”
[Intestazione con numero di versione del formato]
42.8503
[Latitudine del luogo (da −90° a +90°)]
13.5748
[Longitudine del luogo (da −180° a +180°)]
515
[Correzione-fuso e longitudine di riferimento (da −859.9999° a −500°, o 100°, o da 500° a 859.9999°): se le ore sono locali e non serve l’e.t. localizzata,
vale 100°, sennò, se le ore sono del fuso è il valore della long. rif. tenuto nell’intervallo 0°…359.9999° ed aumentato di 500°, oppure possono essere solo
ore locali con l’e.t. loc., ed allora è la long. rif. tenuta nell’intervallo 0°…359.9999° ed aumentata di 500°, ma cambiata di segno. Perciò: se è 100° sono
ore locali senza e.t. loc.; se è > 500° sono ore del fuso; se è < −500° sono ore locali con l’e.t. loc.
È contemplato anche il caso degli orologi nel vecchio formato, in cui questo valore era compreso tra −11 e 12.9999: se vengono riconosciuti ne viene
proposto l’aggiornamento al nuovo formato]
2
[Correzione del tempo vero in tempo medio: 0=nessuna, 1=con l’equazione del tempo a parte, 2=con tutte le lemniscate, −2=con la sola lemniscata meridiana,
3.01–4=con le equazioni del tempo (i decimali oltre il valore 3, da 0.01 a 1.00, specificano l’ampiezza della fascia in percentuale dell’ombra minima); ±0.2
e 0.301–0.4, cioè ±2 e 3.01–4 divisi per 10, indicano l’assenza delle linee orarie vere rispetto alle lemniscate e alle equazioni del tempo]
0
[Inclinazione del piano, rispetto alla verticale (da −89.9° a 90°): 0°=verticale, 90°=orizzontale, verso lo zenit ecc.]
−2.1
[Declinazione del piano, rispetto al sud (da −180° a 180°): 0°=verso sud, 90°=verso ovest, −90°=verso est ecc.]
100
[Sporgenza dello stilo polare (lunghezza ortostilo)]
“Orologio di casa mia, sopra l’ingresso, sulla strada.”
[Note]
.05
[Spessore polilinee ore in percentuale della sporgenza dello stilo, per il DXF]
.03
[Spessore polilinee minuti in percentuale della sporgenza dello stilo, per il DXF]
“−111111110000…”
[Linee diurne: dopo il − iniziale, gli 1 e gli 0 rappresentano ciascuno le 43 linee diurne da tracciare, nell’ordine dell’interfaccia, dal solstizio del
Capricorno al dì di 24 h (1=tracciare, 0=non tracciare)]
I dati di default coi quali si apre Phoebus sono contenuti nel file DEFAULT.PBS, che viene letto automaticamente ad ogni avvio del programma (un “pretesto”, un modo per non far partire il programma “vuoto”). Tali dati possono naturalmente essere personalizzati: basta infatti inserire in
Phoebus i dati di un tuo orologio, calcolarlo e salvarlo col nome DEFAULT.PBS; oppure, per modificare anche gli elementi “fissi”, cioè non editabili (per ora, fino a questa versione) da programma, come gli spessori delle polilinee per il DXF, puoi usare il
Blocco note di Windows o un altro programma di scrittura, salvando i dati in formato di testo ASCII, cioè senza formattazioni (praticamente il cosiddetto TXT), ma lasciandogli ovviamente la sua estensione, PBS.
Dati e risultati (TXT, in scrittura), semplice formato di testo ASCII (senza formattazioni, universale) per esportare i risultati del calcolo in programmi di scrittura, con cui impaginarli, stamparli ecc. Il contenuto del file consiste nei dati di input riportati per esteso, nei risultati di calcolo generali, e nella tabella di coordinate dei punti d’ombra, intersezioni delle linee orarie con quelle diurne.
Le coordinate sono espresse come cartesiane (x;y), e per lo schema ad ore moderne anche come polari (distanza o modulo;angolo o anomalia).
Qui sotto è riportato un esempio di orologio calcolato e salvato nel formato ASCII TXT (stralciato per motivi di spazio):
Dati e risultati (DXF, in scrittura), formato grafico vettoriale universale per esportare il disegno dell’orologio calcolato in programmi di CAD, con cui completarlo, stamparlo ecc.
Gli elementi grafici salvati nel file DXF sono lo stilo (in 3D, dove il valore delta Z corrisponde alla
sporgenza dello stilo), le linee orarie ed eventuali sub-orarie, le eventuali
lemniscate, l’eventuale equazione del tempo, le eventuali linee diurne, i
dati ed i
risultati generali, il motto, i simboli zodiacali (i caratteri usati per i testi sono Garamond, Tahoma e Wingdings: se per qualsiasi motivo il disegno aperto in CAD non visualizzasse correttamente le scritte, puoi ridefinire gli stili di testo usando qualsiasi altro font installato nel tuo sistema).
Per semplificare la gestione del disegno in CAD Phoebus fa largo uso dei layer (strumento fondamentale e ben noto ad ogni utente CAD), che permettono di sfoltire un groviglio di linee altrimenti inestricabile! Se non sei un utente esperto ti consiglio di approfondire la conoscenza dei layer, studiando il manuale o la guida del tuo programma.
Dati e risultati vengono riportati per completezza, ma probabilmente vorrai cancellarli, oppure lasciarli nel quadrante ma scalati/spostati/editati opportunamente, a costituire una “carta d’identità” dello stesso; così come il motto ed i simboli dello zodiaco, che una volta scorniciato come vorrai il quadrante, troveranno la loro miglior collocazione: magari in alto e lungo le linee diurne zodiacali (se presenti), rispettivamente.
Riguardo ai sistemi cartesiano e polare coi quali vengono tracciati tutti gli elementi dell’orologio, ricorda, come già spiegato altrove, che il sistema cartesiano del disegno in CAD, essendo ovviamente quello di
Phoebus, può avere la propria origine sul piede dello stilo, anziché alla base, se avrai impostato in tal modo l’opzione relativa, mentre il sistema polare rimane sempre fisso nella posizione di default, col polo sulla base dello stilo, indipendentemente dall’impostazione del sistema cartesiano.
Per i più curiosi ed esperti, faccio notare che in CAD l’eventuale impostazione del sistema di coordinate cartesiane sul piede dello stilo avviene tramite l’uso di un sistema di coordinate utente (UCS), appositamente creato, diverso da quello standard:
Phoebus, all’atto dell’esportazione in DXF, crea e rende corrente, se necessario, un UCS chiamato “PIEDE_STILO”. Se però l’origine non è stata spostata (o perché semplicemente non hai voluto, o perché non hai potuto, come negli orologi equatoriali o polari), allora l’UCS non viene creato, e rimane corrente il sistema di coordinate globale (WCS), che è comunque sempre presente nel disegno.
A questo proposito, infatti, anche in CAD, come in Phoebus a calcolo effettuato, puoi selezionare l’uno o l’altro sistema cartesiano, semplicemente selezionando l’UCS “PIEDE_STILO”, o il WCS (quello globale, quello standard), e leggere le coordinate di un punto riferite all’uno o all’altro.
Infine, per quanto riguarda le coordinate polari, utili soprattutto nel sistema moderno, se il tuo CAD non le visualizza in tempo reale (come certamente fa con le cartesiane) seguendo i movimenti del puntatore nel disegno, puoi ricavarle con uno stratagemma. Leggi la distanza del punto che ti interessa dalla base dello stilo: otterrai modulo (distanza) ed anomalia (angolo), probabilmente non solo nel risultato della lettura, ma anche in tempo reale nella barra di stato o in qualche finestra (naturalmente l’effettivo comportamento dipende dal programma di CAD che usi).
Risultati (BMP, in scrittura), formato grafico bitmap per esportare l’immagine d’anteprima dell’orologio calcolato in programmi di grafica “pittorica” con cui completarla, stamparla ecc.
Risultati (CLP, in scrittura), formato standard di Windows per gli appunti con cui trasferire informazioni da un’applicazione all’altra: l’immagine d’anteprima dell’orologio viene copiata in memoria e può essere incollata in qualsiasi documento aperto in un altro programma, ed inoltre può essere visualizzata e salvata tramite il Visualizzatore Appunti (accessorio di Windows).
Informazioni
Scarica Phoebus
Phoebus v. 2.7 è scaricabile gratuitamente in versione dimostrativa.
Una volta che avrai scaricato il pacchetto (normalmente apribile in Windows come cartella compressa), potrai estrarne i file ed avviare l’installazione di Phoebus eseguendo SETUP.EXE, quindi potrai provare il programma ed usarlo in tutta calma per sperimentarne in prima persona le caratteristiche sopra descritte, e ti entusiasmerai nel vedere com’è facile e comodo calcolare un orologio solare in pochi secondi!
Dedica il tuo tempo prezioso e le tue energie alla progettazione grafica del quadrante, lasciando al programma il duro lavoro di calcolo!
Se poi (come credo…) constaterai che Phoebus v. 2.7 è valido e fa al caso tuo, potrai registrarlo, a soli
99 €, secondo le modalità descritte all’interno del programma stesso.
In questo modo riceverai un codice per sbloccare la tua copia dimostrativa, che diventerà così una copia
registrata e personalizzata,
totalmente funzionante, avrai diritto all’assistenza telematica e alla
precedenza a suggerimenti e richieste.
Novità e storia del programma
Novità della versione 2.7.5
Corretto un difetto nell’esportazione dei risultati di calcolo in formato
DXF: se nelle
Note descrittive del quadrante impostato si andava a capo
tra un periodo e l’altro, potevano manifestarsi problemi all’atto della
successiva lettura del file, ad esempio con programmi di CAD. Ora il problema è stato risolto, facendo sostituire automaticamente da
Phoebus ciascun carattere di ritorno a capo con uno spazio nel momento
stesso della digitazione.
Novità della versione 2.7.4
Corretto un errore di programmazione che impediva l’esportazione in
formato
DXF della lemniscata meridiana: Phoebus, quando si scelgono le
lemniscate per correggere il tempo vero in tempo medio, consente sia di
disegnarle tutte, sia di disegnare la sola lemniscata meridiana; in questo
secondo caso, però, al momento di esportare il disegno dell’orologio
calcolato in formato DXF, un difetto del programma impediva che venisse
salvata la lemniscata meridiana; invece nessun problema nel primo caso,
avendo scelto di disegnare tutte le lemniscate.
Ora comunque il difetto è stato eliminato, ed il programma esporta in DXF sia tutte le lemniscate, sia la sola meridiana, secondo l’opzione
selezionata.
Novità della versione 2.7.3
Corretto un difetto d’impostazione che, manifestandosi in condizioni
particolari (cioè con orologi assai prossimi alla polarità), causava il
blocco del programma. Dopo aver acquisito i dati di input, infatti, e
prima di effettuare il calcolo vero e proprio, il programma deve
classificare l’orologio come inclinato, o orizzontale, o verticale, o
polare, o equatoriale, al fine di utilizzare le routine di calcolo più
idonee per ciascun caso ed ottimizzate di conseguenza; in circostanze
limite, però, un orologio “praticamente” polare poteva non essere
riconosciuto come tale e calcolato invece come generico, cosa giusta in
teoria, ma in pratica con formule inadatte a valori estremi, causando
errori varii. Ed il punto debole stava proprio lì, nell’individuare la
soglia che separa la teoria dalla pratica, cioè nella scelta del criterio
più giusto da adottare per la verifica, nel metodo per stabilire quando e
quanto un orologio teoricamente non polare lo possa invece essere
praticamente.
Se, ad esempio, s’impostava un orologio con lat. 42.8525°, incl. 40.7° e
decl. 37.1°, l’eventuale polarità del quadro veniva cercata verificando
tra l’altro, com’è noto, l’uguaglianza cos decl. − tan lat. · tan incl. =
0. Nell’orologio d’esempio ciò si traduceva (arrotondando a 4 decimali) in
0.7976 − 0.9277 · 0.8601 = 0, cioè −0.0004 = 0, che perciò non
verificandosi non classificava l’orologio come polare, bensì (giustamente,
in teoria) come inclinato generico, fornendo inoltre per l’elevazione
dello stilo un angolo di 0.02° (due centesimi di grado… circa un primo
d’arco!), cioè uno stilo ancora impercettibilmente inclinato benché
praticamente parallelo al quadro (come in un polare “vero”…), cosa che
però portava al calcolo di elementi (lunghezze ed angoli) con valori
limite (prossimi a zero o ad infinito), e quindi in sostanza al blocco del
programma (non impostato per trattare quelle grandezze in un orologio
inclinato generico, faccio notare).
Perciò mi è sembrato chiaro che l’approccio più saggio e giusto (senza
dubbio dal punto di vista pratico, ma non poco anche da quello teorico)
per eliminare rischi di errori simili fosse quello di rivedere la soglia
che stabilisce quando un inclinato estremo prossimo alla polarità lo possa
essere a tutti gli effetti: mantenendo, infatti, la validità della
verifica dell’uguaglianza di cui sopra come metodo d’analisi, ho scelto di
correggerla in questo modo: se |cos decl. − tan lat. · tan incl.| < 0.001
(cioè se il primo membro dell’uguaglianza di cui sopra, in valore
assoluto, differisce da zero di meno dell’1‰), allora l’orologio si può
considerare polare.
Ora, pertanto, il programma è in grado di trattare nel modo giusto anche quei casi estremi di orologio praticamente polare.
Corretto un errore
di programmazione (introdotto accidentalmente con la v. 2.7.0) che impediva la corretta stampa dei risultati di calcolo degli orologi non
polari (i tabulati delle coordinate venivano stampati con caratteri apparentemente senza senso, in realtà usando il font sbagliato…). Ora il
difetto è stato eliminato.
Novità della versione 2.7.2
Corretta una svista di programmazione (accidentalmente introdotta addirittura con la v. 2.4, e sfuggita ai controlli per
oltre due anni!) che consentiva di inserire latitudini oltre i 90° assoluti! Ora il difetto è stato corretto ed il programma riconosce e
blocca l’inserimento di latitudini assurde.
Novità della versione 2.7.1
Corretto un difetto che, manifestandosi in condizioni assai particolari, causava il blocco del programma. Se, infatti, si
apriva un orologio precedentemente salvato in cui la lunghezza dell’ortostilo e lo
spessore delle linee orarie o sub-orarie avessero valori
modificati rispetto a quelli dell’orologio prototipo (“Default.pbs”), il programma “impazziva” (con effetti diversi a seconda dei
sotto-casi). Ora il difetto è stato eliminato e si possono riaprire orologi d’ogni tipo senza timore.
Rimossa la funzione di spostamento in
avanti tra le schede ed i campi dell’interfaccia col tasto Invio; rimane invece sempre possibile spostarsi attraverso l’interfaccia in
avanti/indietro rispettivamente coi tasti Tab/Maiusc+Tab, come nelle versioni precedenti (e secondo lo standard di Windows).
Snellito il
codice: ora il peso dell’eseguibile è sceso sotto ai 900 KB.
Novità della versione 2.7.0
Effettuata una generale revisione del codice e riviste tutte le
formule di calcolo, per fronteggiare e gestire anche i casi
più particolari ed estremi in maniera precisa e rigorosa: è ora possibile, ad esempio, calcolare e disegnare correttamente anche un orologio
con un doppio periodo quotidiano di funzionamento, laddove le versioni precedenti di Phoebus entravano in crisi producendo risultati
incompleti o addirittura errati.
Riconsiderata l’importanza della longitudine: mentre prima veniva considerata e salvata (nel
formato PBS)
solo se effettivamente era necessaria al calcolo dello schema orario (negli orologi ad
ore del fuso od in quelli ad
ore locali con e.t.
localizzata), ed ignorata negli altri casi (negli orologi ad ore locali), ora viene salvata in ogni caso. In questo modo si evita la perdita
di quell’informazione salvando un orologio momentaneamente calcolato ad ore locali, che successivamente si può voler ricalcolare ad ore del
fuso, come accadeva con le versioni precedenti. Oppure non si corre il rischio di usare, accidentalmente, un valore nullo nel calcolo della
declinazione del piano (che appunto richiede il valore corretto della longitudine del luogo) operando su un orologio ad ore locali già
salvato come tale. Tutto ciò, naturalmente, non ha alcun effetto sul calcolo degli orologi, e non vuol denunciarne alcun difetto: è solo un
ritocco (in meglio!) al modo di archiviare i dati degli stessi (che avviene, ricorda, a calcolo effettuato), che evita il fastidio di
perdere un’informazione comunque effettivamente inutile (ripeto che parliamo di orologi ad ore locali).
Aggiunta un’opzione per nascondere
dall’anteprima le linee orarie vere quando sono presenti le curve delle equazioni del tempo o delle lemniscate.
Evoluto (per quanto spiegato
sopra) il formato di memorizzazione PBS alla v. 5.
Corretta una svista che impediva il calcolo corretto degli orologi polari ad ore del fuso:
quando il programma riconosceva un orologio polare, lo calcolava sempre e comunque
ad ore locali, anche se era stata impostata la
correzione-fuso. Ora la svista è stata corretta, e tutti gli orologi, compresi i polari, vengono calcolati secondo il riferimento impostato:
locale o del fuso che sia.
Risolto un difetto che si poteva manifestare durante l’immissione degli spessori delle linee per il formato
DXF.
Quando il passo orario è di 60 minuti, la casella dello spessore delle linee sub-orarie si disattiva (giustamente): se in quel caso, col
cursore presente in quella dello spessore delle linee orarie, si premeva Invio, si causava il blocco del programma; ora, invece, prememdo
Invio, si sposta (com’è ovvio) il focus sul controllo successivo, cioè il primo bottone attivo delle linee diurne.
Modificato un
comportamento che si manifestava nelle impostazioni delle correzioni in longitudine e per il tempo medio: se per l’orologio era stata
impostata nella correzione in longitudine la presenza dell’equazione del tempo localizzata, e poi si sceglieva una correzione per il tempo
medio diversa dall’equazione del tempo, la rimozione dell’equazione del tempo come correzione in longitudine rimuoveva anche l’impostazione
ad ore locali, forzando quella del fuso. Ora questo comportamento è stato modificato: se un orologio impostato ad ore vere locali con
equazione del tempo localizzata per la correzione-fuso viene successivamente modificato rimuovendo la correzione per il tempo medio con
l’equazione del tempo, le ore rimangono locali.
Corretto un comportamento difettoso che si manifestava esclusivamente in modalità demo: se,
dopo aver impostato un proprio orologio (sebbene destinato ad essere alterato casualmente prima del calcolo), si sceglieva, invece, di
calcolare un orologio contenuto negli esempi interni, e poi si cambiava idea, tornando al proprio orologio, ci si accorgeva di averne perso
i dati, irrimediabilmente rimpiazzati da quelli dell’esempio. Ora il programma si comporta come previsto: si può cambiare idea quante volte
si vuole, tra orologio proprio ed orologi d’esempio, prima di confermarne il calcolo, senza perdere un solo dato.
Raffinato il disegno delle
lemniscate e dell’equazione del tempo, ora tracciate con miglior continuità (specie le prime nelle ore estreme, quando molto deformate), con
una definizione raddoppiata rispetto alle versioni precedenti.
Migliorata la leggibilità nell’output, sia nell’uscita su file TXT e DXF, sia
nella stampa su carta.
Consentita la stampa dell’anteprima dell’orologio con orientamento
orizzontale del foglio: fino alla versione
precedente l’immagine d’anteprima dell’orologio (più larga che alta, riproducendo lo schermo, e perciò mantenendone le proporzioni) veniva
sempre stampata col foglio orientato in verticale, anche se nella finestra di dialogo veniva impostato l’orientamento orizzontale, non
potendo perciò sfruttare al massimo la superficie del foglio stesso, ma andandone ad occupare circa la metà, e risultando perciò più piccola
sulla carta di come ce la si sarebbe aspettata. Ora l’erronea interpretazione dell’orientamento del foglio è stata corretta, e l’anteprima
dell’orologio si può stampare sia orientando il foglio in verticale (se comunque lo si preferisce), sia orientandolo in
orizzontale.
Ritoccata l’interfaccia, per mantenere coerenza anche in caso di modifica di elementi varii nelle impostazioni avanzate
dell’aspetto dello schermo.
Corretti difetti minori.
Novità della versione 2.6
Ora è possibile, durante la visualizzazione del disegno d’anteprima
dell’orologio calcolato, zoomare sull’immagine istantaneamente, senza
dover tracciare una finestra (azione pur sempre consentita, naturalmente):
è sufficiente fare un doppio clic al centro della zona che si vuole
ingrandire, e quella sarà inquadrata al centro dello schermo ed ingrandita
di un fattore 2×.
Sono inoltre visualizzate, sempre durante l’anteprima, ed
in aggiunta alle coordinate cartesiane e polari, le misure della finestra
di zoom che si sta tracciando (utili anche come informazione sull’ingombro
del quadro che si sta definendo), e quelle dello spostamento durante la
panoramica.
Risolto un difetto (comparso con la v. 2.5) nella lettura di
orologi salvati, che consisteva nell’errato riconoscimento ora locale/ora
del fuso. Naturalmente gli orologi appena impostati venivano correttamente
calcolati: il difetto, come ripeto, si manifestava soltanto rileggendo un
orologio già calcolato e salvato.
Risolta un’ambiguità nell’espressione
delle ore (erroneamente considerata già superata con la v. 2.4), riguardo
al separatore di ore e minuti. Nelle versioni precedenti di Phoebus gli
orari venivano scritti rispettando le Impostazioni internazionali del
Pannello di controllo di Windows, in particolare usando come Separatore il
simbolo ivi indicato, per cui gli istanti calcolati dal programma venivano
visualizzati, ad esempio, come “Ora sustilare = 11.50”, o come “Ora
sustilare = 11,50”, oppure “Ora sustilare = 11:50” ecc.
Be’, mentre sulla terza soluzione (quella che usa come separatore i due
punti) non si può dire nulla, le prime due, spesso usate da molti utenti,
hanno il difetto di risultare ambigue, visti i simboli che usano per
separare i minuti dalle ore, simboli usati cioè normalmente come
separatori decimali.
Per questo scrivere “11.50” o “11,50”, che nella normale vita quotidiana
non susciterebbe obiezioni, rischia di far pensare, in un programma che
usa massicciamente grandezze angolari, espresse anche nella forma
gradi.decimali, ad undici ore e cinquanta centesimi, cioè le undici e
mezza, mentre in realtà si voleva intendere, ovviamente, le undici e
cinquanta minuti.
Così, per farla breve, abbiamo forzato l’uso dei due punti, a prescindere dalle impostazioni di sistema, per non indurre in errore
l’utente.
Risolto un difetto nel calcolo di orologi italici e babilonici: in certi casi particolari i punti d’ombra in corrispondenza di
linee diurne ellittiche o paraboliche venivano ignorati, rendendo così incompleto lo schema orario (ripetiamo: solo negli italici o nei
babilonici, e solo lungo le diurne ellittiche o paraboliche; non nel sistema moderno, né, in alcun caso, lungo le diurne iperboliche o la
retta equinoziale, correttamente calcolati); ora naturalmente il problema è stato risolto, e Phoebus calcola correttamente tutti i punti
d’ombra, lungo qualsiasi tipo di linea diurna, anche nei sistemi italico e babilonico.
Nel calcolo della declinazione del piano, migliorato
l’aggiornamento delle coordinate solari (comunque puramente informative, non essenziali ai fini del calcolo), istantaneamente ricalcolate,
al variare della data o dell’ora.
Ancora nel calcolo della declinazione del piano, aggiunto un bottone per il ricalcolo del valore teorico
dell’estensione verticale dell’ombra (y), sulla base dei valori di
z, di x e di h, qualora, volendolo considerare, lo si sia modificato e lo
si voglia recuperare, magari per confrontarlo col proprio, rilevato sulla tavoletta (e valutare meglio un eventuale imprecisione di
lettura).
Migliorata in vari punti la leggibilità dell’interfaccia e la comprensione di alcune informazioni (colori, etichette
ecc.).
Ritoccato ed arricchito l’elenco delle particolarità degli orologi.
Corretti svariati difetti minori residui.
Novità della versione 2.5
È ora possibile impostare lo spessore delle linee (orarie e sub-orarie) per il formato DXF: lo spessore viene espresso come
percentuale della lunghezza dell’ortostilo (default, rispettivamente, 5% e 3%), e consente così di avere le linee già dello spessore voluto
nel disegno da esportare, senza noiose modifiche da dover effettuare poi in ambiente CAD (che comunque sono sempre possibili!).
Nei risultati
di calcolo ora Phoebus visualizza le ore di accensione e di spegnimento del quadrante, dando così una preziosa informazione in più.
È ora
possibile scegliere la posizione del sistema di assi cartesiani (al quale si riferiscono tutte le coordinate dei punti d’ombra
dell’orologio): spostando l’origine o sulla base dello stilo polare, il cosiddetto punto eclittico (default), o anche sul piede (base
dell’ortostilo); questo per venire incontro alle esigenze pratiche di chi preferisce segnare sulla superficie del quadrante la posizione dei
punti riferendola all’ortostilo, anziché soltanto all’assostilo (come nelle versioni precedenti).
Per quanto appena detto, ora nei risultati
compaiono anche le posizioni (coordinate) del punto eclittico e della base dell’ortostilo in conseguenza dell’eventuale spostamento degli
assi cartesiani.
Arricchito, come nei risultati a video, l’output su carta e su file TXT con le particolarità e la posizione del sistema
cartesiano.
Risolto un fastidioso bug che impediva la
visualizzazione dell’anteprima a video del disegno dell’orologio calcolato su Windows 2000 ed XP: ora
Phoebus è così compatibile con Windows
95, 98, ME, 2000 ed XP, appunto.
Corretti svariati difetti minori residui.
Novità della versione 2.4
È ora possibile (finalmente!) calcolare e disegnare anche orologi per
l’emisfero australe: il programma infatti accetta anche latitudini
negative; questo per venire incontro agli utenti, soprattutto stranieri,
che hanno l’esigenza di progettare orologi in Brasile, Argentina,
Australia ecc.
È possibile anche raggiungere il polo (nord o sud),
specificando una latitudine di ±90° (prima ci si doveva limitare ad
89.9°), semmai si dovesse costruire un orologio da quelle
parti!
Revisionato completamente il motore di calcolo, ora in grado di
fronteggiare, oltre alla stragrande maggioranza degli orologi “comuni”,
qualunque caso limite, come, ad esempio, orologi all’equatore, siano essi
orizzontali (polari), verticali (diretti, cioè equatoriali, e non), o
comunque orientati, oppure, come appena detto, orologi al polo, anche qui
con qualunque inclinazione e/o declinazione ecc.
Risolta un’inesattezza di
calcolo in condizioni geografiche sub-polari (leggi: latitudini oltre i
circoli polari, sia artico che antartico): in tali circostanze il
programma considerava, inutilmente, curve di declinazione mai percorse dal
Sole, o meglio, quelle declinazioni alle quali il Sole non sorge mai
(declinazioni circumpolari rispetto al polo dell’emisfero opposto);
oppure, al contrario, e più gravemente se si considerano gli orologi ad
ore italiche o babiloniche, considerava quelle declinazioni alle quali il
Sole non tramonta mai (circumpolari vere e proprie), lavoro altrettanto
inutile se non c’è levata né tramonto a cui riferire le ore (in questi
casi l’errore si manifestava in tutta evidenza nei grafici, che mostravano
le linee orarie “inspiegabilmente” distorte alle estremità, alle
declinazioni estreme, appunto).
Adesso il problema è stato risolto, e noterai, nell’impostare le
linee
diurne da calcolare e visualizzare, che le declinazioni “impossibili”
vengono ignorate disabilitando i bottoni corrispondenti (questo controllo
vale naturalmente anche per le linee diurne personali: prova ad indicare
una data alla quale il Sole non sorge…).
Ora perciò Phoebus si comporta egregiamente anche in queste circostanze:
quindi se domani ti telefona il sindaco di Murmansk per affidarti
l’incarico di progettare un orologio italico o babilonico per la facciata
del municipio, digli pure di stare tranquillo ed assicuragli che gli
calcolerai un orologio perfetto!
Per lo stesso motivo si verificava un
problema di presentazione dei risultati nelle effemeridi del Sole, dove
gli istanti della levata, del transito e del tramonto, la durata del dì
ecc. venivano sempre e comunque calcolati, anche quando non potevano
verificarsi (appunto, quando il Sole non sorge o non tramonta), risultando
perciò, ovviamente, senza senso.
Ora il difetto è stato corretto ed i risultati delle effemeridi vengono presentati in maniera esatta e coerente.
Risolto un altro problema di
presentazione dei risultati nelle effemeridi del Sole, stavolta con latitudini sub-tropicali (leggi: tra l’equatore e i tropici): l’azimut
al transito non sempre è 0°; l’altezza non può superare i
90°; le immagini della levata, del transito e del tramonto possono dover mostrare
il senso inverso dell’arco diurno. Tutte queste condizioni venivano riportate in modo ambiguo: ora sono presentate in modo corretto.
Corretto
un difetto di esportazione in formato DXF.
Aumentata la precisione delle longitudini, sia quella eventuale del luogo, sia quella eventuale
del fuso di riferimento: è ora possibile essere precisi fino al decimillesimo di grado anche per le longitudini estreme, come ad esempio
−163.5476 (163°32’51” O), che garantisce così, in ogni caso, la precisione del secondo d’arco (ed oltre). Nelle versioni precedenti la
precisione sempre garantita, anche per le longitudini estreme, era solo di 3 decimali, equivalenti a qualche secondo d’arco.
Migliorata la
gestione della longitudine di riferimento nei file
PBS: ora
Phoebus la salva proprio come longitudine, anziché come “fuso” (come faceva
nelle versioni precedenti), ma garantendo la compatibilità coi vecchi orologi (e convertendo quelli automaticamente): il motivo di questa
modifica è stato dovuto principalmente ad un’ambiguità nell’espressione della correzione che si poteva manifestare in alcuni casi
particolari (tutto sommato piuttosto rari), dando origine a problemi vari.
Phoebus adesso equipara un orologio ad ore dello stesso fuso ad
uno ad ore locali, convertendolo automaticamente: riconosce cioè quando, in un orologio ad ore del fuso, la differenza in longitudine è
nulla (inavvertitamente o volontariamente), cioè la longitudine del fuso di riferimento è la stessa del luogo, e quindi l’orologio può ben
essere considerato ad ore locali.
Superata la limitazione dei 5 caratteri per l’inclinazione del quadro, portati ad 8. In questo modo ora non
solo è possibile impostare, ad esempio, i=−12.53°, mentre prima bisognava limitarsi a
−12.5°, ma si può impostare senza problemi qualsiasi
orologio equatoriale o polare: ad esempio, con una latitudine di
42.8503°, per calcolare la faccia sud di un equatoriale si può
tranquillamente impostare d=0° ed
i=−42.8503° (mentre prima bisognava limitarsi ad
i=−42.9°, e quindi, per mantenere l’equatorialità,
correggere anche la latitudine, arrotondandola a
42.9°).
Corretto l’arrotondamento degli angoli nell’output, nel senso che gli angoli ora
vengono accompagnati solo dai decimali essenziali, senza inutili zeri finali: ora se si imposta, ad esempio, una latitudine di
43° tondi,
questa viene riportata, su carta e su file TXT, come
43°, mentre prima veniva riportata come
43.0000°, con tutti quegli zeri
inutili.
Corretta la grafia dei valori angolari: ora il simbolo dei gradi (°) negli angoli in gradi e decimali viene scritto alla fine (es.:
41.1862°), non più tra la parte intera del valore ed il separatore decimale (es.:
41°.1862).
Ampliato l’elenco delle particolarità degli
orologi: ora, a calcolo eseguito, vengono riconosciute ed evidenziate un maggior numero di peculiarità dell’orologio (ad esempio, “In un
orologio ad ore locali la retta oraria moderna 6h-18h passa all’incrocio tra la linea d’orizzonte e la retta equinoziale” ecc.).
Adesso
Phoebus visualizza subito, a calcolo effettuato, le particolarità dell’orologio, non solo nell’anteprima (la visualizzazione automatica può
comunque essere disattivata), ed inoltre le può mostrare in ogni momento, a richiesta, in un’apposita finestra.
Aggiunto qualche motto, e
cambiato quello di default, che ora è “POST NUBILA PHŒBUS”.
Migliorata la visualizzazione della posizione del puntatore durante l’anteprima:
non più nell’etichetta volante (forse fastidiosa) vicina al puntatore stesso, ma sulla barra del titolo della finestra, e più chiara e
comprensibile: ad esempio, “Coordinate cartesiane: (x=250.4; y=−125.9) - Distanza: (−267.6)”.
Risolto un problema di visualizzazione durante
l’anteprima con quegli orologi ad ore del fuso in cui la meridiana non compare sul quadrante, in quanto al di fuori dell’intervallo
d’illuminazione dello stesso (ad esempio, con
Lat.=43°, Lon.=13°,
Lon.f=15°, Incl.=0°,
Decl.=90°).
Invertito, nell’interfaccia del calcolo
della declinazione del piano, l’ordine in cui compaiono la
Z (stilo) e la X (ombra).
Ampliata la scelta dei passi orari per l’orologio: da 1
a 60 (!) ogni ora. Se si sceglie di calcolare oltre 6 linee orarie ogni ora, cioè una ogni meno di dieci minuti, il programma (pur
consentendolo) crede ad una svista ed avverte l’utente chiedendo conferma.
Ritoccata la guida (inserendo ad esempio una dettagliata
descrizione della struttura di Phoebus), aggiunti i bottoni “?” in tutti i riquadri di input disseminati lungo il programma, ed attivato in
ogni caso (ad esempio, nelle finestre di messaggio) il richiamo della guida col tasto secondario del mouse o col tasto F1: è così ancora più
capillare l’assistenza in ogni fase d’uso di
Phoebus.
Attivati i collegamenti web: è ora possibile cliccare sui link che compaiono
all’interno di Phoebus, avviando automaticamente il proprio browser di sistema.
Ritoccata l’interfaccia del programma, per renderla più
“pulita” e leggibile, ad esempio nascondendo (anziché disattivarli), quando necessario, alcuni bottoni inutili.
Ottimizzato ed alleggerito il
codice, spostando all’esterno “zavorre” come le immagini, che appesantivano inutilmente l’eseguibile: ora queste risiedono in appositi file,
letti dal programma quando serve.
Ritoccato il formato PBS, ora in versione 4, con cui
Phoebus archivia i dati sugli orologi.
Corretti
svariati difetti minori residui.
Novità della versione 2.3
È ora possibile (finalmente!) calcolare e disegnare anche orologi ad ore italiche (dirette e inverse) e babiloniche.
In caso
di correzione del tempo medio con le lemniscate, è ora possibile calcolare e disegnare la sola lemniscata meridiana, per non affollare il
disegno.
Arricchita e riorganizzata la guida, con all’inizio istruzioni-lampo per utenti alle prime armi.
Superata la limitazione dei
66° di
latitudine per le località geografiche: è ora possibile specificare latitudini da
0° a 89.9° (dall’equatore fino ad un passo dal
polo).
Arricchita la scelta di linee diurne da calcolare e tracciare: ora, oltre alle 7 linee zodiacali e alle 12 mensili, è possibile
scegliere anche le linee dei giorni dell’anno in cui il dì duri un numero intero di ore; inoltre sono state raddoppiate le linee personali,
passate da 2 a 4.
Arricchita la lista dei motti da cui scegliere, ed aggiunta la possibilità di editarla durante l’uso, e di ordinarla
secondo vari criteri: alfabeticamente o per lunghezza (utile in caso di problemi di spazio sul quadrante).
Arricchite le informazioni nei
risultati del calcolo: le novità in particolare riguardano le caratteristiche dello stilo, la linea meridiana (sempre considerata ed
evidenziata, se visibile) e le linee diurne (tipo di coniche); il tutto, naturalmente, è riportato sia a video, che su carta, che su file di
testo (TXT).
Nell’anteprima a video sono state aggiunte le coordinate polari alla visualizzazione volante delle coordinate che accompagna il
puntatore, ed il motto; è inoltre possibile passare da un sistema orario all’altro (moderno/italico/babilonico) o visualizzarli insieme; nel
sistema moderno è sempre evidenziata la meridiana (se visibile), riconoscibile dal colore rosso; in caso di lemniscate è ora possibile
selezionare i colori “stagionali” per i quattro rami di ciascuna lemniscata, per facilitare la lettura; è stata poi notevolmente migliorata
la funzione di zoom, essendo ora possibile ingrandire molto di più il disegno e spingersi più in dettaglio negli schemi molto
intricati.
Ottimizzato l’output: su carta, per non sprecarne e per velocizzare la stampa (scegliendo di quale sistema stampare i risultati),
e su file, sia di testo (TXT) che, soprattutto, di disegno (DXF), nel quale poter controllare ogni elemento dello schema orario grazie alla
ricca dotazione di layer.
Irrobustito il codice, ora più compatto ed efficiente.
Corretti innumerevoli difetti minori.
Novità della versione 2.2
Razionalizzate l’interfaccia, più ordinata e compatta, e la guida, più ricca e chiara, sensibile al contesto e disponibile
in ogni fase e per ogni elemento.
Superato l’obbligo di usare il punto anziché la virgola come separatore decimale: ora il programma accetta
indifferentemente l’uno o l’altra, convertendo istantaneamente il simbolo digitato, se diverso da quello in uso nel proprio sistema (come da
Impostazioni internazionali in Pannello di controllo).
Superati i limiti di −90° e +90° per la declinazione del piano: ora il piano può
essere comunque declinante, da −180° a
+180°.
Calcolati e disegnati correttamente tutti i casi particolari di orologi: verticali,
orizzontali, polari ed equatoriali.
Aggiunta la possibilità di scegliere le coordinate geografiche da una lista di 103 località
“preconfezionate”, senza dover digitare latitudine o longitudine, per rapidi e comodi controlli.
Aggiunta la possibilità di calcolare
automaticamente la declinazione del piano, misurando un’ombra in qualsiasi data ed ora (anziché solo all’istante del transito).
Nel calcolo
della declinazione del piano dell’orologio il programma ora fornisce anche l’altezza del Sole, oltre all’azimut, per qualsiasi istante della
giornata, non più solo al transito (utile, ad esempio, per avere sùbito un’idea della lunghezza di un’ombra).
Aggiunta la possibilità di
scegliere quali linee diurne tracciare nel disegno (normalmente tutte e 7 le zodiacali), ed in più di calcolare e tracciare le linee
corrispondenti al 1° d’ogni mese e ad un paio di date personali per segnare compleanni, anniversari ecc.
Nell’eventuale correzione all’ora
locale non si è più limitati a dover indicare il meridiano di riferimento tramite il semplice fuso orario (1, 2, 3 ecc.), riferito a
longitudini standard (0°,
15° E, 30° E ecc.), ma è ora possibile indicare direttamente la vera longitudine di riferimento, qualunque essa
sia: ciò è utile in quei casi in cui si sta restaurando un orologio storico che fosse stato tracciato, ad esempio, nelle Marche o in Puglia,
ma regolato sull’ora di Monte Mario (12°27’ E), anziché su quella convenzionale e per noi “ovvia” dell’Etna (15° E).
La correzione in
longitudine può ora essere applicata insieme alla correzione per il tempo medio in un’unica soluzione, grazie all’equazione del tempo
localizzata.
Notevolmente migliorata la qualità dell’anteprima del disegno dell’orologio calcolato, ora più ampia e leggibile, sia a video
che su carta (specie con stampanti laser o a getto d’inchiostro); inoltre visualizza e stampa, se presenti, le lemniscate e la linea
d’orizzonte.
Migliorato l’uso degli appunti interni per le note descrittive sull’orologio.
Ottimizzato il codice, ora più efficiente e
robusto.
Corretti innumerevoli difetti minori.
Novità della versione 2.1
Piccoli ritocchi al codice, all’interfaccia ed al formato di archiviazione dei file.
Versione 2.0
Prima versione pubblica: rudimentale ed essenziale.