Nell’autunno del 2009 ricevemmo una singolare richiesta da una coppia di Roma: i signori volevano commissionarci un orologio solare non per se stessi, ma per una famiglia di amici, come
regalo per la loro nuova casa di campagna,
aggiungendo che, essendo qualche giorno dopo di passaggio dalle nostre parti, sarebbero venuti ad incontrarci per parlare in dettaglio di quest’idea. Accolta con interesse la loro proposta, concordammo l’appuntamento nel nostro studio.
Quando pochi giorni dopo ci conoscemmo, parlammo a tu per tu del loro proposito, di loro stessi, dei loro amici, naturalmente, e del forte legame affettivo
di vecchia data che li univa.
Ci descrissero l’ambiente, la casa, il giardino ed espressero a grandi linee l’impostazione che immaginavano per lo strumento da realizzare.
In sintesi emerse
come soluzione migliore quella che prevedeva di realizzare un semplice orologio ad ore italicheresidue, che indicassero cioè quanto
manca al tramonto,
indicazione utile in campagna, per chi svolge attività all’aperto, che sarebbero state completate da un essenziale calendario stagionale, con le linee degli
equinozi e dei solstizi.
Concretamente il quadrante sarebbe stato sistemato nel giardino, in un’aiuola di fronte al portico meridionale, quindi a terra, e perciò sarebbe dovuto
essere realizzato in pietra: concepimmo così senz’altro un disco in travertino di circa un metro di diametro, di adeguato spessore, ed immaginammo di
adagiarlo sul terreno modellando quest’ultimo (visto che la sistemazione ancora in corso del giardino lo consentiva) in modo che il quadrante godesse di
un’ottimale illuminazione, quindi imponendogli l’inclinazione e la declinazione volute.
Convenuto a grandi linee come impostare e
realizzare l’intervento, ci salutammo, accordandoci per operare a distanza in sinergia: non occorrendo infatti recarci sul posto, come di solito facciamo,
per rilevare l’esposizione della superficie (essendo questa anzi imponibile da progetto) e non occorrendo neanche rilevare le coordinate geografiche sul
campo (potendole acquisire con accuratezza più che sufficiente da siti di mappe), stabilimmo che noi in sede avremmo impostato il progetto, sottoponendolo
appena pronto ai committenti, mentre essi, in qualche modo senza svelarne il vero motivo (volendo essere il regalo una sorpresa), avrebbero preparato il
terreno del giardino insieme ai destinatari dell’opera, i loro amici, proprietari della casa.
Nel frattempo, più che altro per soddisfare la nostra curiosità ma anche per aiutare la nostra ispirazione, i committenti ci mandarono fotografie della
casa ormai ultimata e del giardino, o meglio del terreno antistante, ancora tutto da sistemare (fig. 1). Nell’occasione ci indicarono anche il punto prescelto in cui
realizzare l’aiuola.
E così procedemmo con l’acquisizione delle coordinate del punto esatto del giardino in cui collocare lo strumento finito e
stabilimmo quale sarebbe stato l’orientamento del quadrante, anche considerando l’andamento del terreno (sebbene da perfezionare modellandolo
opportunamente) in quel punto: la latitudine era di 41°43'53.4" N e la
longitudine di 12°28'40.1" E, mentre l’inclinazione sarebbe stata di 75° e la declinazionenulla, potendo rivolgere esattamente verso sud la lastra,
considerando l’orientamento della casa retrostante.
Dunque con questi dati calcolammo lo schema dell’orologio e del calendario, sul quale impostammo un semplicissimo progetto, scorniciando il disegno
in modo da favorire l’indicazione delle ore pomeridiane secondo un buon compromesso tra il numero di ore mostrato e il riempimento del quadrante: le ore
segnate sarebbero perciò andate dalle sei ore abbondanti al tramonto fino ad una o due ore prima in primavera-estate e da circa cinque ore al tramonto
fino a meno di un’ora prima in autunno-inverno (questa disposizione dello schema all’interno della circonferenza del quadrante avrebbe comportato
l’innocuo slittamento dell’ortostilo all’esterno del disco — vedi più avanti).
Le
linee intere
(larghe 15 mm e da realizzare a mosaico in marmo Verde Guatemala) sarebbero state intervallate dalle
mezz’ore (larghe
5 mm, come semplici incisioni) e sarebbero state indicate in numeri romani.
Le linee diurne stagionali sarebbero state larghe 5 mm, incise e smaltate di giallo.
Tutte le scritte (in primis il motto, coniato dagli stessi committenti) ed i riferimenti, da incidere e
smaltare di
marrone, sarebbero stati coerentemente in latino, volendo in questo modo sottolineare orgogliosamente la romanità dell’opera,
dei proprietari e dei committenti.
In particolare questi ultimi scelsero di datare l’opera esprimendo l’anno non secondo il calendario cristiano, bensì secondo quello
romano, ab urbe condita.
Lo gnomone sarebbe stato un semplice ortostilo d’ottone costituito
da un tondino terminante con una sferetta.
Redatto così un bozzetto del progetto (fig. 2), lo inviammo ai nostri clienti che lo approvarono sostanzialmente senza riserve.
Una
volta ricevuto l’imprimatur dai committenti, redigemmo il progetto esecutivo per il marmista, scegliemmo la lastra
di travertino e la facemmo tagliare nelle dimensioni volute (fig. 3),
avviando così il lavoro
d’incisione del quadrante sulla superficie del disco in pietra, preventivamente bocciardata per aumentarne il sapore “rustico”.
I livelli di profondità delle incisioni furono due (fig. 4): uno
meno marcato, di 3
mm, per gli elementi minori come le linee sub-orarie o le scritte, che una volta tracciati sarebbero stati tutt’al più smaltati a pennello, ed uno più
deciso, di 8 mm, per le linee orarie intere, da riempire, come accennato sopra, a mosaico.
Il motivo della maggior
profondità di queste ultime è dipeso perciò non tanto dalla loro maggior
importanza, comunque evidenziata dalla maggior larghezza (15 mm contro i 5
delle altre linee), quanto dalla necessità di dover considerare sia lo spessore proprio delle tessere (5 mm) sia quello ulteriore della necessaria colla (3
mm).
Completata così la fase d’incisione della pietra, il manufatto passò nelle abili mani della nostra mosaicista e pittrice, che linea dopo linea, scritta dopo
scritta, compose il quadrante come da progetto, smaltando le linee stagionali e tutte le scritte (fig. 5)
e mosaicizzando le linee orarie (fig. 6). Le linee delle mezz’ore, come detto, rimasero
volutamente solo incise, senza smalto o mosaico, per non metterle troppo in risalto.
Conclusa senza difficoltà la realizzazione del quadrante dell’orologio, giunse il momento di pensare alla “lancetta”.
Come anticipato sopra,
la soluzione esteticamente e funzionalmente migliore aveva richiesto il compromesso dello spostamento dello gnomone all’esterno del quadrante: il suo
fissaggio alla lastra non avrebbe comunque presentato particolari difficoltà, anche in virtù della propria conformazione.
Infatti, vista la sola presenza delle linee orarie italiche (sebbene numerate a ritroso), senza quelle moderne, veniva meno la necessità di uno stilo
polare, essendo sufficiente perciò un semplice ortostilo, che si ergesse cioè perpendicolarmente rispetto alla superficie del quadrante, ma dall’esterno,
anche spuntando dal bordo, dallo spessore stesso della lastra, come un gambo di un fiore o di una pianta che germoglia tra le fessure di una roccia o di un
muro.
Naturalmente avevamo giudicato fattibile la cosa fin dal principio, considerando sia lo spessore della lastra di travertino (50 mm)
sia il diametro del
tondino dello gnomone (8 mm), che perciò avevamo fatto sagomare opportunamente dal nostro fabbro, conformandolo semplicemente ad L, con le dovute misure, e
rifinendolo al’estremità con una sferetta (ø 25 mm).
La stessa lastra fu
forata (ø 15 mm) appena terminate le incisioni, prima del completamento del quadrante con
smalti e mosaico.
Con questi preparativi già svolti (fig. 7), da ultimo si trattò solo di fissare con mastice a presa rapida il tondino nel foro laterale del disco in pietra,
registrandolo con cura affinché il centro della sfera, il punto gnomonico, si venisse a trovare nel punto esatto previsto dal calcolo.
L’operazione si svolse con precisione e sangue freddo, grazie all’abilità del marmista, e così lo strumento fu completo, con anche lo gnomone al suo
posto (fig. 8).
Terminata così la nostra parte del lavoro,
convocammo senz’altro i committenti per il passaggio del testimone.
Informatili sulle misure e sul peso dell’imballo (accuratamente predisposto dal marmista), li incontrammo qualche mattina dopo quando
vennero a ritirare il manufatto con un furgoncino: videro da vicino il lavoro svolto (anche se ne avevamo anticipato loro lo svolgimento nelle settimane
precedenti, mediante il periodico invio telematico di fotografie) e ne apprezzarono i risultati.
Presa in consegna l’opera, toccava a loro, ora, sistemarla nella sua collocazione finale…
Con tutte le indicazioni in mano per la preparazione della base su cui appoggiare il disco in pietra (indicazioni su come modellare
il terreno, dandogli le giuste declinazione ed inclinazione, come da calcolo e da progetto) i clienti fecero perciò ritorno a casa pronti a consegnare il regalo ai
loro amici e ad aiutarli a sistemarlo (figg. 9-10).
Chiesto loro di documentare fotograficamente le fasi della collocazione dell’opera e messici ovviamente a disposizione per ogni
eventuale consulenza necessaria in caso di imprevisti o di problemi, ricevemmo le immagini richieste, che testimoniano il risultato del lavoro (fig.
11).
L’unico rimpianto che abbiamo però, ancora oggi, è che siamo in attesa, come apprendemmo subito, che questa sistemazione diventi davvero definitiva…
Sì, perché come apparve da subito, secondo quanto riferitoci all’epoca dai committenti al momento della consegna del manufatto ai destinatari finali, una sistemazione definitiva e degna per lo
strumento non sarebbe stata possibile al momento, dovendola rinviare ad un futuro più o meno lontano, per esigenze familiari dei proprietari.
E così il nostro orologio-calendario, pure se accolto con entusiasmo e sistemato con grande cura e soddisfazione, giace tuttora in una collocazione
che dovette da subito essere accettata come temporanea, in attesa di ricevere presto quella finale.
SCHEDA TECNICA
Luogo
Latitudine: 41°43'53.4" N Longitudine: 12°28'40.1" E
In ogni caso siamo rimasti soddisfatti anche noi, oltre che dall’apprezzamento ricevuto, direttamente dai committenti ed indirettamente dai
destinatari loro amici, anche dall’aver progettato e realizzato un orologio(-calendario) particolare, solo ad ore (pseudo-)italiche, diverso dal
solito, che nella campagna romana indica giorno dopo giorno, ora dopo ora quanto tempo rimane prima che il Sole tramonti.
~ Nota ~
Negli anni successivi alla realizzazione ed alla prima collocazione il manufatto ha subito alcuni spostamenti (probabilmente anche a causa del protrarsi dei lavori di costruzione della casa). Perciò oggi può apparire, se visto dalle immagini satellitari come nella mappa qui sopra (un dischetto bianco), decentrato rispetto al punto per il quale era stato calcolato (indicato dal segnalino del Sole).